2015 – Il medico di famiglia che ama le arti figurativi

L’Arena

 

Di Anna Martellato

“Quando sono andato in pensione ho finalmente trovato il tempo per questa mia passione
” dice Silvano Biondani, medico di famiglia che ama le arti figurative. Fin dall’Università: prima i disegni, gli acquerelli e i quadri, agli esordi con la Consortia di Avesa. E poi le collettive. Nei quadri, in tecnica mista su tela, domina il nero, lo “sporco, tutte le cose brutte – spiega Biondani – come la crisi e le malattie, dalle quali si cerca di uscire, di essere essenza, purezza”. Sensazioni, stati d’animo, forme tondeggianti, eteree e materiali insieme: hanno colori chiari e neutri, in un netto contrasto con l’oscurità, formata da grumi di materia (creati con tele, stoffe, mastici). E poi quelle uova, cellule studiate sui libri di medicina che in una tela sono natività e concepimento e in un’altra primordi di vita sulla terra. Il colore vivo c’ù, su sfondo nero, solo in un’installazione. È lo scorrere del tempo. Sulla tela, come un orologio, le ore sono uomini e donne. L’opera continua per terra, dove dei segni rappresentano l’uomo e il suo tempo. Dall’età della pietra ai giorni nostri, dove tutto si desidera, tutto si plasma a nostro piacimento: dalla natura al cibo, alla genetica. Figure come sogni, primordiali e plastiche. Colori chiari, rosa tenui, grigi, bianchi: “un viaggio tra segni dl tempo e sogni, porte dell’eterno e dell’infinito”.