Le Sinopie del Tempo di Gianluigi Guarneri
L’intero percorso artistico di Silvano Biondani, dagli esordi, sino alle opere recenti, appare diramarsi sotto l’egida di una costante continuità ideativa. Questo viaggio temporale, costituito da stratificazioni di eventi, di evocati accadimenti e profonde sperimentazioni, perde la sua consistenza fisica per divenire sofferta e sentita ricerca compositiva. “Immagini, sensazioni, stati d’animo” mutano i concetti di tempo e spazio, entità mutevoli, dell’esistenza che aleggiano, come suadenti angeli, sui destini delle figurazioni. Avvicinandosi alla pittura di Biondani, si è colti da un’estasi totalizzante, generata da una tensione plastica, da un’esigenza mistica che tramuta rumori e suoni in pura melodia dipinta, madre ispiratrice di ascendenze segniche, scarne ed ossee. Arcani silenzi, vibrazioni sottese, sintesi cosmiche raccontano la solitudine della materia, raccogliendo nelle trame delle texture il frammento dell’io simulacro dilatato sopra orizzonti infiniti. Attorno alla sensibile atmosfera siderale, nei dipinti di Biondani, appaiono, appena accennate, un primo germinare di forme, aneliti soffi di vita, dove una luce, meditata e sensibile, veleggia misteriosa nello spazio alla ricerca della pura sintesi. L’effimero manifestarsi, nell’apeiron ideativo dell’artista, di primordiali essenze, genera una misteriosa casualità di gradazioni tonali, rincorre una triste e malinconica idealità che si perde oltre il sensibile sentire, oltre il frammento di un attimo, sospeso tra realtà evocate e irraggiungibili sogni. Spazialità indefinite ricreano la materia, preludono al ciclo dei fossili, alle frammentazioni lineari, ai grumi materici, alle corrosioni, alle forme ellittiche e oviformi. Nelle opere recenti, la materia si fa memoria, annulla le distanze tra ricordo e percezione, mentre i colori si fanno più tenui, per divenire sinfonia di assenza, annullamento dei confini, desiderio di eterno e infinito. Silenzi e ombre, sublimano in spazi soffusi, si dilatano, si allungano, si espandono, ricreano inediti accostamenti tonali, traslano in inquiete e sintetiche campiture che appaiono come “impronte remote” dinnanzi alle “eterne porte dell’infinito”. La luce di un tempo irreale, fluttua in una dimensione parallela, vaga come un viandante verso le origini del cosmo, divenendo icona rivelatrice di un cammino ormai tracciato. Dalle opere di Silvano Biondani affiora, sensibile, la dualità, volutamente irrisolta, tra confine terreno e celeste, alla ricerca di nuovi orizzonti sospesi tra equilibrate rappresentazioni e palpitanti tensioni. Drammatiche dispersioni di materia sublimano in aggregazioni cosmiche, generando correlazioni rivelatrici tra inanimate essenze vegetali quali licheni, legni, inariditi bonsai, stratificazioni di orme, pelli, molluschi, insieme a feticci e idoli umani. Un enorme immaginario metronomo scandisce i complessi e onirici rapporti tra forma e colore, evoluzione e segno, oggetto e dipinto, raccontando un tempo immaginario, sotteso tra indefinite stelle, oltre il nulla ideato. Un’impalpabile gravità sensoriale, scaturita da un’indefinita luce, genera simultanee creazioni plastiche che superano l’effimera contemporaneità per divenire essenza vitale, svelato flusso incorporeo. Calde atmosfere accendono le tonalità risaltando l’effetto luce di attraenti vibrazioni, fondendosi in un seducente fluido simile a una giostra attorno alla quale ruotano, danzando, le ore, i mesi, le annualità indefinite. Sinuose e velate figure femminili generano profondi rimandi espressivi, evoluendo nell’universo un filo, impercettibile intreccio, di idealità cromo luministiche. Un arcano silenzio si dirama nello spazio cosmico dove palpitanti matrici di arcani enigmi, solcano, come velieri, mari odissei, cercando un’improbabile rotta tra infinite costellazioni.